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Investimenti e digitalizzazione: Le tecnologie su cui stanno investendo le aziende italiane

Nonostante le notizie di recessione economica e di riduzione dei posti di lavoro che ci arrivano dai tg nazionali, il mercato degli investimenti aziendali in Italia è in forte crescita.


Da qualche anno a questa parte, molte attività si sono incamminate nel percorso che porta verso la digitalizzazione per aumentare le proprie performance lavorative.


Certo, il termine digitalizzazione non è circoscritto ad un solo ambito, ma anzi trova applicazione in moltissimi settori: cerchiamo quindi di definire quali sono i campi e le tecnologie nelle quali stanno investendo le aziende italiane.


La digitalizzazione aziendale è in crescita: Previsioni e settori di maggiore interesse


Dai risultati di alcune indagini svolte da Excelsior Unioncamere, Anpal e Assinform emerge che le aziende italiane che hanno scelto di ingranare la quinta sul fronte della digitalizzazione sono oltre un milione e che il dato stimato di crescita per il 2020 si aggira intorno al 3,1%.


Ma come dicevamo poco fa, gli ambiti di investimento preferiti dagli imprenditori italiani sono distinguibili in 3 macro categorie: gli investimenti per la creazione, sviluppo e adozione di nuove tecnologie, la riorganizzazione del modus operandi grazie a nuovi modelli di business e l’investimento nel digitale con un'importante attenzione all’ambiente Cloud e tutto ciò che ne deriva.


Detto in questo modo non è poi così chiaro: infatti per come funzionano le aziende moderne siamo portati a pensare che queste macro categorie siano sovrapponibili e comunicanti fra loro. Ed è esattamente così: ogni singolo tassello partecipa al corretto funzionamento dell’ingranaggio. Se un settore dell’azienda avanza tecnologicamente, anche tutto il resto dei reparti (e dei dipendenti) dovrà farlo.


In ogni caso, le tecnologie più amate e quindi più ricercate sono, prime fra tutte, le soluzioni cloud e la cyber security seguite a ruota dal sistema AI che permette lo studio approfondito dei big data.

Anche la creazione di nuovi software e sistemi gestionali per aumentare la produttività aziendale è un ambito che ha visto crescere la richiesta e gli investimenti. D’altronde portare le aziende italiane nel futuro adottando i sistemi tipici dell’industria 4.0 non può generare altro che vantaggi per tutti: produzioni sempre più automatizzate e precise, riduzione di costi e impatto ambientale minimizzato sono solo alcuni dei pregi che derivano da questo nuovo modo di concepire l’industria.


Le altre tecnologie che vedono impegnate le aziende italiane nel loro processo di ammodernamento e digitalizzazione sono: connettività con la fibra ottica, IoT, realtà aumentata, robotica e automazione avanzata di precisione, software di simulazione e stampa 3D.


Innovazione fa rima con formazione: il sistema che porterà l’industria nel futuro


Di sicuro è chiaro a tutti che il sistema innovazione se fosse chiuso su se stesso sarebbe solo una sterile dimostrazione di abilità tecniche, ma fortunatamente non è così: il solo fatto di essere un “sistema” prevede che ci sia la partecipazione coordinata di più attori e parti.

tecnici informatici

Ed è proprio per questo motivo che è impossibile pensare al futuro dell’industria e delle nuove tecnologie senza la presenza di manager, ingegneri e addetti ai lavori correttamente formati.


Quando parliamo di formazione, si intende esattamente quella che riguarda le competenze apprese durante il percorso di studi del singolo elemento: in sintesi, se le università rimangono indietro, anche i laureati che produrrà lo saranno e non saranno in grado di mantenere il passo con il futuro che corre veloce.

Di questo ne parliamo qui in modo approfondito.


Per concludere possiamo dire che il dato più incoraggiante è questo: la voglia di innovare c’è e si sta facendo sentire su tutti i gradini della società, e speriamo che anche da questo momento storico nero causato dalla pandemia da Covid-19 si riesca a trarre la giusta spinta verso il futuro delle aziende e dell’industria all’italiana.


Articolo di Ilaria Calcagnolo
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