IBM traccia la strada dell’Intelligenza Artificiale scegliendo di investire sulla sua applicazione al linguaggio. Quello che si pensava sarebbe stato un boom tecnologico da monitorare nell’arco di dieci anni, ora si è ridotto drasticamente a tre, come sottolineato da Ibm stesso.
Ma esattamente di cosa stiamo parlando?
Nuove interazioni e automazioni
I Paesi europei si sono posizionati in pista nelle proprie corsie e stanno già correndo verso lo sviluppo digitale attraverso l’AI. Francia, Germania e Regno Unito ovviamente sono ben presenti, ma anche l’Italia spinge sull’acceleratore.
Automatizzare i processi migliora l’esperienza utente, riduce i costi e i rischi: non male per le aziende che scelgono di investire.
Linguaggio da elaborare: cosa vuol dire?
Elaborare il linguaggio potrebbe voler dire tutto e niente per chi non è del settore, perciò è bene andare in profondità. "AI" indica un’intelligenza simile a quella umana espressa da un computer, un robot o, più in generale, da una macchina.
Oggi l’Intelligenza Artificiale è in grado di semplificare ed elaborare il linguaggio: basti pensare al classico T9 del telefono, o dare indicazioni stradali, ma anche il riconoscimento vocale che ormai troviamo ovunque sui nostri smartphone o nelle nostre case.
Diciamo che dai tempi di Alan Turing (matematico, logico, crittografo e filosofo britannico, considerato uno dei padri dell'informatica e uno dei più grandi matematici del XX secolo) sono stati fatti enormi passi in avanti nell’applicazione dell’intelligenza artificiale.
Language processing: come?
Tra le varie applicazioni dell’AI, una delle più gettonate negli ultimi tempi riguarda l’NLP, Natural Language Processing, o più semplicemente elaborazione del linguaggio naturale.
Questo permette alla macchina di leggere, comprendere e generare testi umani.
Un esempio pratico? Quando chiedete ad Alexa che tempo farà domani, quest’ultima sta applicando esattamente questo genere di elaborazione.
Inoltre alcune NLP utilizzando anche l’analisi dei sentimenti: un po’ come quando Siri vi risponde a tono se siete troppo aggressivi.
Elementare, Watson
IBM è famosa da tempo per la propria leadership nello sviluppo di tecnologie AI per le imprese. Watson fornisce alle aziende i mezzi per trasformare i flussi di lavoro, migliorando automazione ed efficienza: raccoglie dati, li analizza, integra e ottimizza il framework aziendale, per poi trasferire il tutto in un cloud che rende la gestione molto più semplice.
Insomma, elementare Watson.
IBM e MyInvenio
Big Blue - il nome con cui IBM è conosciuta come azienda nel mondo - è pronta ad ampliare ulteriormente il parco AI con l’acquisizione di MyInvenio, l’azienda italiana specializzata nel process mining.
Inglobare MyInvenio vorrebbe dire offrire l’automazione più completa possibile alle aziende. Il process mining, infatti, analizza ogni singolo dettaglio dei processi aziendali, soprattutto nel quotidiano. Questo implica un’attenzione totale nei confronti di ogni elemento, e di conseguenza l’applicazione di quella che viene considerata la miglior soluzione digitale possibile.
Le capacità di MyInvenio, insieme a IBM, permetterebbero di migliorare in modo esponenziale i costi operativi e il servizio clienti, giusto per citare due settori aziendali essenziali.
IBM, di fatto, sta migliorando e velocizzando l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale.
La fusione tra aziende e digitalizzazione porta le prime ad essere più resilienti, individuando criticità che fino a quel momento potevano passare sottobraccio.
Dall’altra parte, non mancano certo i dubbi sull’applicazione dell’AI.
In primis, è necessario che vengano tracciati dei perimetri entro cui le aziende possono muoversi nell’utilizzo dell’AI, soprattutto nella loro applicazione a pubbliche amministrazioni o enti giuridici.
Questo si traduce quindi in una normativa che si dovrà porre il problema di regolamentare tale utilizzo e sviluppo, soprattutto per non soffocare la volontà di crescita di startup o aziende pronte a sperimentare.
In sostanza, quindi, l’elemento centrale rimane la necessità di lasciare spazio allo sviluppo tecnologico, senza però dimenticare un approccio antropocentrico. Ma di fatto, tutto ciò nasce dalla mente dell’uomo, e forse più che la sua intelligenza sarà necessario tenere sotto controllo l’ambizione.
Articolo di Maddalena Oldrizzi
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