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Neuromarketing: Il nuovo marketing studia le risposte del cervello


Tecniche di Neuromarketing

Come i messaggi delle aziende stimolano i pensieri e quindi le azioni del nostro cervello?

Questo quesito è stato al centro dell'intero intervento tenuto al Milano Marketing Festival 2019 da parte di Vincenzo Russo - Professore di Psicologia dei consumi e Neuromarketing all'Università IULM di Milano.

Un argomento meritevole di molte più ore di dibattito, ma durante l'esposizione di quello che possiamo definire solo la punta dell'iceberg di un macro argomento degno di lauree universitarie, il professore è riuscito a coinvolgere il pubblico con una presentazione di grande impatto.

Tra risate, testimonianze, esempi e richiami alle percezioni neurali dell'utente medio, chi ha avuto la fortuna di assistere alla presentazione, ha toccato con mano come lo studio della rete neurale sia il fulcro del nuovo modo di concepire il marketing. Non solo, il futuro cambia il suo punto di vista, mettendo in discussione le basi che definiscono le zone di interesse, coinvolte nei nostri processi neurali.

Ovvero, è ancora utile concentrare l'attenzione della scienza e delle nuove tecnologie sullo studio della rete neurale?

Sì, ma in modo meno profondo, in quanto meno nette sono i termini di profondità e reazione nel coinvolgimento delle reazioni.

E' difatti una conferma che a interessare sia la crescita esponenziale delle interconnessioni, in proporzione all'aumento di una comunicazione sempre più dirottata verso forme multimediali, come ad esempio i video.

Il cervello come partenza della nuova Intelligenza Artificiale

mappatura intelligenza artificiale

Nel cervello, la semantica delle parole copre l’intera corteccia ma sempre negli stessi punti, fornendo così la possibilità di mappare una rete neurale precisa del cervello.

Questo fenomeno viene chiamato carattere di unicità, ovvero una proprietà che possiede solo il genere umano.

La nuova rivoluzione industriale sta cercando di mappare la stessa logica semantica nell’ intelligenza artificiale, tramite un processo di emulazione solo semantico. Si evince, quindi, che non sarà mai una vera emulazione semiotica.

Il nostro cervello rimane la macchina umana che riesce a computare logiche di calcolo che nessuna macchina attualmente inventata è in grado di computare.

L' emulazione non potrà mai essere completa.

Di contro, un altro aspetto sta emergendo all'attenzione, cioè che l’uomo sta subendo una nuova evoluzione genetica.

Neuromarketing e il nuovo modello di studio della comunicazione

Neuromarketing-nuovo modello di mercato

Questo cambiamento coinvolge il modo in cui l'uomo si sta adattando al nuovo flusso di informazioni dal quale è quotidianamente sollecitato, sia in termini di velocità e quantità.

Non solo. La nuova connettività e la velocità di reazione e coinvolgimento con le informazioni, stanno generando nuove forme di solitudini con un nuovo coinvolgimento di diverse aree celebrali; alcune in accensioni e altre in atrofizzazione.

Si evolve, quindi, anche lo studio del marketing in Neuromarketing:

  • Un metro ormai affidabile di valutazione del nuovo marketing

  • NON una manipolazione MA una mappatura del cervello, in modo da mappare le performance di risposta degli utenti e quindi proteggere il pricing di investimento

  • Un valore che determina l'influenza della psicologia dei consumi che si appoggia alle nuove tecnologie

In merito all'ultimo punto, il professor Vincenzo Russo spiega come le evoluzioni del neuromarketing hanno visto anche l'impiego di nuove forme di tracciamento, come i tracker ottici, in grado di mappare il modo in cui vengono espresse le emozioni.

Uno strumento capace di misurare la risposta del cervello in termini di reazione emozionale all’interazione di un prodotto, di un servizio, di una particolare comunicazione.

A oggi risulta che la metà degli investimenti nella pubblicità è del tutto sprecata.

Le interviste di mercato sono di base menzoniere o poco attendibili, dato che le migliori e più attendibili risposte, in termini di marketing, sono inconsapevoli e non dichiarate.

Le conseguenze sono chiare. Tutto ciò impatta e inficia la costruzione del prodotto, soprattutto la costruzione della comunicazione, che a volte è estemporanea e poco coinvolgente.

Il futuro del marketing e del mondo digitale non può prescindere dalle risposte scientifiche, che nel prossimo futuro saranno prese in esame dalle nuove scienze che studiano gli stimoli neurali.

E' ormai ufficiale. Il marketing lascia il posto al Neuromarketing.

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